A Bagno Vignoni, nel 1987, finalmente Ornella
apre le porte di un locale. Un ambiente, al
tempo parte del famoso stabilimento termale,
che insieme al babbo Francesco e alla mamma
Andreina ha ristrutturato da cima a fondo, reso
caratteristico e pronto ad ospitare migliaia di
amanti del buono. Due stanze e un bancone
che diventano una bottega, la Bottega di Cacio.
Si, di e non del, perché Cacio è il soprannome
del babbo ed è a lui che è dedicato appunto il
nome dell’attività. Grande uomo ma piccolo di
statura, piccolo come appunto un soldo di
cacio. Un soprannome, come spesso capita in
Toscana, che prevale sul nome, tant’è che le
nipoti Costanza e Cecilia, oggi anche loro a
lavoro in bottega, da piccole, erano convinte
che fosse il nome di battesimo. Con Erika, la
portuale, si chiude il cerchio tutto al femminile
che ruota intorno al locale, sono loro che ogni
giorno si prendo cura dei salumi, dei formaggi,
del vino, del bancone e infine del giardino
rendendo indimenticabile ogni sosta a la
Bottega di Cacio.